GUGLIA DI MARCELLO
                               

  

 

Sorge in contrada Biggemi a sud-est del Ciapi. Già dalla ex statale 114 si intravede l'illustre rudere che si può raggiungere a piedi da Villa Specchi, un ex signorile caseggiato rurale ormai abbandonato da tempo, seguendo un viottolo che conduce ai binari della ferrovia. Superata con molta circospezione la linea ferrata ci si trova davanti a massicci blocchi squadrati di pietra calcarea sovrapposti senza cemento. La costruzione, che poggia sopra un basamento roccioso, ha assunto, nel corso dei secoli, la forma di un caotico tronco di piramide che non lascia nemmeno immaginare quale fosse il suo originario aspetto. Secondo alcune congetture la base del monumento era sormontata da un obelisco talmente alto al punto che gli abitanti della contrada lo indicavano come l' "Aguglia", dal siciliano "avugghia" che significa "ago". Una identica costruzione sorgeva a Vienna ove, similmente al monumento priolese, era chiamata l'Aiguille. La parte superiore dell' obelisco priolese non ha resistito alla furia dei terremoti, crollando rovinosamente a terra nel 1542 o nel 1693. Gli spoliatori hanno fatto il resto involando anche le belle pietre squadrate per riattare qualche masseria del circondario. Coloro che seguono il testo di Tucidide sul catastrofico esito della guerra ateniese intentata contro la potente Siracusa (415 - 413 a.C.), colgono l'impressione che fosse uno dei tanti trofei che i greci innalzarono nei pressi del campo di battaglia, per commemorare una particolare vittoria sul nemico. E la pianura di contrada Biggemi, da Thapsos a Trogylos e da Thapsos all'Epipoli, appare come il fulcro di diverse battaglie tanto che il Privitera, nella sua Storia di Siracusa, si produce nella descrizione di un cruento scontro fra ateniesi e siracusani, da cui escono vittoriosi questi ultimi. Per costoro, quindi, il monumento - trofeo priolese sarebbe stato innalzato dai siracusani. A conforto di questa tesi adducono il seguente passo di Tucidide: Il giorno dopo i Siracusani elevarono due trofei, uno sulle Epipole là dove vi era l'accesso e l'altro nella località in cui dapprima i Beoti avevano resistito; gli Ateniesi durante una tregua riebbero i loro morti. Secondo altri il monumento venne fatto innalzare, due secoli dopo, dal console romano Marcello o come torre di avvistamento, durante l'assedio di Siracusa, oppure come trofeo dopo l'avvenuto saccheggio della città di Archimede, nel 212 a.C. E i propugnatori di questa tesi sono in molti.