LA STORIA DI PRIOLO GARGALLO

 

 

 

Priolo Gargallo (Priolu in siciliano) è un comune di 12.062[1] abitanti della provincia di Siracusa
dista 14 chilometri da Siracusa, a nord ovest nelle vicinanze dei Monti Climiti. La sua costa si stende fra il comune di Melilli e Siracusa nel golfo di Augusta.

Il comune di Priolo Gargallo si è costituito il 12 luglio del 1979 distaccandosi da Siracusa, e comprendendo anche la ex frazione melillese di San Focà e la maggior parte dell'exclave sud del territorio di Melilli (al quale è rimasta solo Città Giardino).
Il nome deriva probabilmente nella sua prima parte dal termine greco Priolos che significa priore. Era nei secoli antearabi un territorio di proprietà ecclesiastica. Gargallo deriva dal nome dei marchesi Gargallo, che la governarono nel XIX secolo.
Nel periodo pre ellenico, sulla penisola di Magnisi si sviluppò la città di Thapsos che divenne importante nel periodo medio dell'età del bronzo. Fu fondata prima del XV secolo AC (c'è chi ipotizza nel XX secolo AC) ed entrò sotto l'influsso di Micene dal XIII secolo AC. Diede il nome alla Cultura di Thapsos, forse fusione di culture: Sicana, Sicula e Micenea, Portò un prevalere di una economia marittima e mercantile su una agricola e pastorale della Cultura di Castelluccio. La cultura di Thapsos durò alcuni secoli.
A Thapsos si insediarono i greci di Megara, e nella zona divenne centrale il ruolo di Siracusa. I romani si insediarono sotto il generale Marcello. Costruirono ville nel territorio. Dopo il dominio bizantino ed arabo i Normanni introdussero il feudalesimo nel XI secolo dividendo il territorio in feudi che rimangono alla base delle odierne divisioni amministrative locali. Con gli Aragonesi Priolo entrò a far parte della contea di Augusta. Nel 1817 Tommaso Gargallo chiese a Ferdinando III di Borbone re di Sicilia l'autorizzazione di popolare il feudo di Priolo, ritenendo che la vera ricchezza di una città fosse nella coltivazione della terra. Egli costruì quaranta case con una piazzetta di forma ottagonale attorno alla chiesa edificata nel 1730 per volere del padre Don Giuseppe Gargallo 1° Barone di Priolo, oggi Chiesa dell'Angelo Custode.
 Nel 1813, per 6 anni, Priolo fu comune, poi annesso a Siracusa. Nel 1849 fu autorizzata la fiera annuale, in occasione del patrono il 2 ottobre.
Nel 1954 iniziò la costruzione del polo petrolchimico, uno dei più importanti del sud. Questo portò ad un radicale cambiamento della struttura sociale della cittadina, con un alto costo in termini di inquinamento, per pagare il prezzo dei tanti posti di lavoro creati. Priolo ha pagato e sta pagando, condividendola con molte altre zone d'Italia, il prezzo sociale di una industrializzazione che teneva poco conto della salute degli abitanti. Il quadro e le sensibilità stanno mutando a Priolo come negli altri siti italiani con problemi simili. I nuovi percorsi portano ad una maggiore attenzione della magistratura verso le aziende inquinanti che non rispettano la legge. Anche Priolo ha avuto i suoi fatti di cronaca. Da parte delle amministrazioni: a Priolo nel 2000 si è costituita una riserva naturalistica, gestita dalla LIPU, sull'area delle ex saline non usate per aree industriali. La riserva è una delle più importanti d'Italia per la presenza delle specie ornitologiche. Le aziende stanno facendo la loro parte, sperimentando proprio a Priolo nuovi processi produttivi con impatti inquinanti notevolmente inferiori al passato.

Evoluzione demografica (dal 1861 al 2006)

Abitanti censiti

I monumenti

  • Chiesa dell'Angelo Custode

contiene il sepolcro di Tommaso Gargallo e dei suoi discendenti fino al 1954. Fu costruita con un giuspatronato dei Gargallo, istituto che rimase fino al dicembre 1940. Contiene la statua lignea dell'Angelo Custode dello scultore napoletano Spinetti del 1818. La chiesa rimase chiusa per decenni ed i parroci risiedevano nella Chiesa dell'Immacolata. Fu riaperta al culto il 28 settembre 1968.

  • Chiesa dell'Immacolata

del 1860

  • Torre del Fico e Torre di Magnisi

del secolo XV e XVI. erano torri di guardia. facevano parte di un sistema di oltre 200 torri costiere sparse sulle coste della Sicilia usate per avvistare navi corsare o per la cattura di schiavi. Furono usate con questo scopo fino alla fine dell'ottocento. Le due torri erano del periodo spagnolo. Erano costruite nei tratti della costa più soggetti alle scorrerie in maniera che ogni torre fosse in vista con altre due, al fine di creare una catena di comunicazione rapida ed efficace

  • Basilica di San Foca

del IV secolo, fu fondata dal vescovo di Siracusa Germano, ha una struttura a tre navate, si ipotizza, Paolo Orsi, che la struttura fosse aperta da un lato e chiusa da tendaggi che potevano regolare luce e temperatura.

  • Guglia di Marcello (rudere)

in contrada Gaggemi. Era un monumento sormontato da un obelisco, danneggiato da terremoti (1542 e 1693) e depredato dei pezzi mancanti.

  • Catacombe di Manomozza, Riuzzo e Scrivelleri

depredate nel corso dei secoli, resta solo l'impianto. Le prime sono vicine alla Basilica di San Foca insieme ad un sepolcreto paleocristiano a Mostringiano; le seconde sono inglobate all'interno del polo petrolchimico, visitabili con autorizzazione, mentre le Scrivelleri sono ai piedi dei monti Climiti: sono due ipogei cristiani con una vista panoramica notevole.

  • Castrum Bizantino

in contrada Castelluccio. In posizione strategica per dominare il mare, la valle dell'Anapo e in parte l'altopiano alle spalle. È all'inizio dei monti Climiti.